E’ apparsa qualche giorno fa la seguente lettera nella rubrica segnalazioni del Piccolo:

Ciclisti così

Con riferimento ai vari commenti sui ciclisti a Trieste, anch’io mi trovo in giro per l’Europa per lavoro e ho notato che in altre città i ciclisti sono in numero maggiore che a Trieste (dovuto probabilmente a una più felice orografia dei luoghi) anche in città poco dotate di piste ciclabili; ma come mai in queste città non pedalano sui marciapiedi, non passano con il rosso, non pedalano in coppia per conversare, non circolano contromano nelle strade a senso unico, le zone pedonali non sono velodromi? Esiste forse a Trieste una normativa diversa? Giampaolo Lonzar

Abbiamo inviato alla rubrica del Piccolo la seguente risposta:

Con riferimento al commento di Gianpaolo Lonzar sui ciclisti di Trieste, anche noi ciclisti urbani di Trieste giriamo spesso l’Europa e abbiamo notato che in altre citta’ gli automobilisti sono in numero maggiore che a Trieste (dovuto probabilmente ad una piu’ grande estensione della piccola Trieste, dove molte cose sono a portata di autobus o di piedi) anche in citta’ poco dotate di assi di scorrimento veloce; ma come mai in quelle citta’ gli automobilisti non parcheggiano sulle fermate dei bus, sui marciapiedi,  sulle striscie pedonali, sulle piste ciclabili (andate una domenica al sincrotone di Trieste per verificarlo) e non percorrono strade in contromano (frequentate  via dell’universita’ se non ci credete),  non parcheggiano in doppia fila e non invadone le zone pedonali una volta calato il sole ? Esiste forse a Trieste una normativa diversa ?

Questa l’immediata risposta a leggere la lettera in oggetto;  al di la’ pero’  di ogni polemica  ci preme rimarcare due cose:

La prima:  fino a quando la città non sarà attenta alle esigenze dei ciclisti, ci saranno sempre i problemi di cui si lamenta il signor Lonzar.  Tanto per dire: lungo il marciapiede delle rive i ciclisti possono pedalare legittimamente essendo marciapiede ciclopedonale: purtroppo la cosa e’ sconosciuta ai piu’, generando l’idea che a Trieste si pedali sui marciapedi in dispregio delle regole.

La seconda: i comportamenti incivili dei ciclisti stigmatizzati dal lettore appartengono ad una minoranza di ciclisti urbani e sono identicamente presenti fra quella minoranza di automobilisti e motociclisti maleducati ed incivili che, e siamo a pronti a dimostrarlo con dati alla mano, causano un enorme danno non solo al traffico cittadino ma allo stesso vivere civile in città.

Per una miglior mobilita’  in citta’  il primo passo e’ il rispetto delle regole da parte di TUTTI, indipendentemente dal numero di ruote usate per spostarsi.

Gruppo mobilita’  Ulisse-FIAB