Riportiamo qui l’ennesimo articolo apparso sullo stato della ciclopista della Val Rosandra.

Pista ciclabile, percorso di guerra in mezzo ai rifiuti

TRIESTE

Più che una pista ciclabile, un percorso di guerra. Mentre si moltiplicano le segnalazioni dei lettori che lamentano il degrado in cui versa il percorso, inaugurato solo pochi anni fa, che corre lungo il tracciato della vecchia linea ferroviaria Trieste – Erpelle, l’incuria degli uomini e le intemperie completano l’opera. Esempio emblematico quella che qualcuno ha già soprannominato ”la piscina”: l’enorme pozzanghera nel sottopassaggio della pista ciclo-pedonale sotto la strada per Bagnoli è talmente estesa e profonda da costringere le centinaia di frequentatori a una disagevole deviazione per risalire a livello della strada, attraversare l’arteria sfidando le auto, arrampicarsi su un muretto di circa mezzo metro (magari con la bici in spalla) e riprendere il perocorso. Per arrivare al sottopasso allagato, salendo dalla città, bisogna però aver superato indenni la galleria qualche centinaio di metri prima: non è particolarmente lunga, ma è curva, per cui entrando non si vede l’uscita. La Provincia aveva superato l’inconveniente dotando la struttura di una serie di punti luce ai bordi del tracciato, che si accendevano con una fotocellula man mano che si procedeva all’interno del tunnel. Ciò consentiva di arrivare da parte a parte in sicurezza e utilizzando solo l’energia strettamente necessaria. Tempo, uso, scarsa manutenzione hanno progressivamente disattivato molti punti luce. Ma da circa un mese anche il sistema di fotocellule è andato in tilt, con il risultato che oggi chi entra, confidando nell’illuminazione automatica, finisce per trovarsi nel cuore della galleria completamente al buio, dovendo proseguire a tentoni, rasentando il muro per una decina di metri, fino a compiere la svolta e orientarsi con la luce naturale proveniente dall’uscita. Lo stato di abbandono dell’intero percorso, che pure è uno dei più suggestivi dell’intera provincia, è evidente anche nel tratto che precede l’ingresso in territorio sloveno, oltre l’ex stazione di Draga Sant’Elia: erbacce, rovi, arbusti stanno progressivamente invadendo il tracciato, riducendo la pista a uno stretto sentiero. Non va meglio nei chilometri iniziali, tra Ponziana e Campanelle, dove l’inciviltà e la pessima educazione di pochi costringono a camminare tra lattine vuote, bottiglie in frantumi, cartacce, lavandini abbandonati e rifiuti di vario tipo. «Il disagio è destinato a esaurirsi nei prossimi mesi – sottolinea l’architetto William Starc della Provincia –. Sono già stati destinati 200 mila euro per le opere di riqualificazione dell’intera pista ciclabile». Tra i primi interventi che verranno eseguiti, proprio lo svuotamento della ”piscina” e la sistemazione del sottopasso in modo da garantire il deflusso delle acque. Prevista anche la pulizia dell’intero tracciato, sia dalle erbacce che dalle immondizie. Per quanto riguarda la galleria al buio, Starc chiama invece in causa l’impresa, che formalmente non ha ancora consegnato l’opera e che pertanto su quel tratto è ancora responsabile della manutenzione. Sono infatti ancora in corso i collaudi della parte iniziale della pista, che una volta completata consentirà di raggiungere Erpelle e Cosina, in Slovenia, partendo da Ponziana senza mai lasciare l’ex linea ferroviaria. (g.l.)