Riportiamo qui sotto la lettera apparsa sulla rubrica segnalazioni del Piccolo circa la mancanza di piste ciclabili in carso.  Come Ulisse-FIAB siamo pienamente d’accordo on l’autore quando  lamenta con forza che dalle nostre parti si fatica a cogliere l’importanza della bici e l’inadeguatezza di servizi e strutture a favore di questo mezzo di trasporto

Gruppo Mobilita’ UIisse-FIAB

«Ci vuole un fisico bestiale per attraversare il Carso in mountain bike»

Nel mese di giugno ho partecipato alla prima edizione di Eurobike Tour, pedalata cicloturistica che, partendo da Tarvisio e toccando prima Villaco e poi Kraniska Gora, prevedeva la discesa fino a Trieste. Un percorso affascinante percorribile in tre giorni e mezzo grazie all’ausilio, in alcuni tratti ancora non praticabili in sicurezza, del pullman e del treno. Bellissima esperienza, quella di partire con il treno da Trieste e ritornarvi da Tarvisio in bici dopo essere stati in Austria e Slovenia e aver attraversato il Collio e il Carso triestino. Occasione anche per calcare con le due ruote nuove ciclovie come quella dell’Alpe Adria e quella che da Erpelle scende fino in centro a Trieste. Tra l’altro andavamo a percorrere il nuovo tratto che dal confine italiano porta a Villaco e quello che da Tarvisio porta a Kraniska Gora esattamente una settimana prima della loro inaugurazione. In effetti la ciclovia Alpe Adria merita tutta questa attenzione perché si tratta di un’opera importante che avrà riflessi notevoli sullo sviluppo turistico di tutta l’area montana e gli effetti si sono già visti in questa stagione. Questo tipo di cultura, fortemente radicata in Austria, ha contagiato gran parte delle aree di confine alpino e i comuni della Valcanale, così come il Trentino e il Veneto hanno avuto lungimiranza nello sviluppare questa nuova forma di turismo. Oggi, recuperando e riutilizzando il vecchio tracciato ferroviario, la pista ciclabile è già praticabile fino a Pontebba e sono in costruzione i tratti che fin del prossimo anno consentiranno di scendere fino a Chiusaforte e poi fino al bivio Carnia, con la possibilità di collegarsi poi alle piste esistenti o in costruzione in Friuli che arriveranno fino al mare. Non a caso, in occasione di questa inaugurazione, è stata presentato il progetto cicloturistico che dovrebbe collegare Salisburgo a Grado. Si fa la Salisburgo-Grado, ma perché non la Salisburgo-Trieste? L’ho capito tutto quando abbiamo intrapreso l’ultimo tratto, quello che dal Collio avrebbe dovuto portarci sul Carso triestino e quindi fino a Trieste. Dopo vie ciclabili asfaltate o almeno sterrati in buone condizioni, attraversare il Carso diventa impresa possibile solo per chi, oltre alla passione per la mountain bike, ha esperienza e preparazione fisica non indifferenti. Il Carso è praticamente privo di una pista ciclabile o qualcosa che vi possa somigliare: nessuna segnaletica, nessuna indicazione, solo sentieri sconnessi e pietraie, tant’è che l’organizzazione ha dovuto avvalersi della collaborazione di esperti dell’Associazione cicloturistica Ulisse per districarsi nel labirinto dei tracciati carsici. Bisogna arrivare fino a Opicina per trovare uno spezzone di pista ciclabile che ti porta almeno nei pressi di Padriciano. In pratica la rete dei collegamenti ciclabili passa per Monfalcone e scende fino a Grado, tagliando fuori una delle aree più interessanti sotto il profilo ambientale e naturalistico come il Carso. Ne perde anche la nuova ciclabile che da Draga S. Elia, con una la lunga volata, ti porta fino in città, in uno scenario veramente ineguagliabile per la varietà e la bellezza del paesaggio. Insomma, mentre un po’ ovunque dilaga la cultura della bicicletta anche come mezzo di sviluppo e promozione turistica e si rincorrono progetti di itinerari integrati qui si fatica ancora a cogliere questa opportunità. Abbiamo trovato all’uscita di ogni stazione ferroviaria l’indicazione per imboccare la pista ciclabile turistica. Da noi nulla. E non potrebbe essere diversamente visto che, nel rifacimento delle rive, non si è colta l’occasione per realizzare un tracciato ciclabile. Ma perché nessuno ci ha pensato, e perché non si fa? Non manca certo lo spazio! Accontentiamoci allora delle Trieste-Erpelle, che per noi è già un successo…

Roberto de Gioia