La bicicletta? Aiuta anche con le ragazze…

Per obbligo civile, per economia, spesso per diletto ma quasi mai solo per sport. A Trieste la bicicletta piace anche se non ha mai del tutto trionfato nella quotidianità, relegata spesso in cantina e utilizzata lontano, nei contesti vacanzieri, dove magari non serve. Le vie cittadine, dicono gli esperti, non aiutano a far innamorare del mezzo. Molte le salite, poche e mal sfruttate le piste ciclabili. Quanto basta per regalare gli alibi, anche se da queste parti gli ”irriducibili” del pedale non mancano, presenti tra artisti, politici, piccoli e grandi vip cittadini: «Non sono uno sportivo ma la bicicletta è un mezzo fantastico», sottolinea secco Sandro Mizzi , attore e anima del Pupkin Kabarett. «In città, con queste salite non è facile ma la comodità è innegabile. E poi ha altri vantaggi – aggiunge – la bicicletta fa socializzare. È come portare a spasso il cane; vedi una ragazza che fa lo stesso e puoi avvicinarti con maggior facilità…». Decisamente più cerebrale il rapporto che vive Paolo Rumiz , scrittore e inviato, personaggio che sul tema ha già speso pagine di narrativa ( ”Tre uomini in bici”) e che continua a investire in prima persona valori e aspettative: «Una cosa è andare in bicicletta per una gita, una altra per la quotidianità, legata al lavoro, al fare la spesa o altro», specifica Rumiz. «La prima formula è più facile, la seconda rappresenta un vero esercizio di un diritto e io lo faccio con più rabbia! Qui si tratta di una scelta civile, una risposta umana al disastro ambientale in corso. Le salite in città sono una scusa! Piuttosto non vedo da parte delle autorità un rispetto per chi sceglie le due ruote. I segnali – conclude – vengono sempre dall’alto». Anche Paolo Cammarosano , scrittore e docente di Storia Medievale dell’Università di Trieste, lancia i suoi segnali: «Uso la bicicletta prevalentemente sul lungomare di Barcola – specifica il docente – ma noto che pista ciclabile risulta invasa da siepi e dagli stessi pedoni. Tormentosa. Questo non agevola il rapporto. Alla base ci vorrebbe un miglioramento della offerta». Un tema ripreso da Fabio Omero , il capogruppo comunale del Pd, uno che non si spaventa dei saliscendi urbani: «Oltre a mancare la cultura mancano proprio le piste», afferma Omero. «In giro per l’Europa sono più attrezzati, vedi Berlino, dove la sicurezza e la mentalità aiutano circa l’uso del mezzo». Tra i più convinti in città sembra Massimo Greco , assessore alla Cultura del Comune, solito a presentarsi a conferenze e convegni in sella, dopo un fiero passo tra vicoli e salite: «Non è una forma di eccentricità ma un vero mezzo ordinario – sostiene – un retaggio delle mie origini, mantenuto da 21 anni a Trieste, dopo il mio arrivo da Modena. Non saprei rinunciarvi». Volevano la bici e pedalano quotidianamente anche Maila Zarattini e Guido Galetto , lei dirigente della Comunicazione in Comune, lui portavoce del sindaco. Pedalare, pare, aiuti anche a comunicare. Persino con se stessi. Francesco Cardella