Le bici a Trieste sono sempre più diffuse rendendo necessaria una rete ciclabile urbana. Quale ipotizza possano essere le direttrici principali e come le realizzerebbe?

La prima direttrice è quella che va dalle rive all’infopoint di San Giacomo ( così come da impegno sottoscritto nell’apposito documento).

L’altra che dalle rive conduce al centro commerciale il Giulia, con un percorso che risale il Canal Grande, oltrepassa la Piazza Sant’Antonio per congiungersi al Viale XX settembre..

Quali azioni intende attuare per far sì che il recupero del Porto Vecchio costituisca un’opportunità di sviluppo della mobilità sostenibile per la città di Trieste?

L’attuale fase di progettazione del riutilizzo del Porto vecchio che precede la tanto attesa ed auspicata riappropriazione da parte dei cittadini di questa parte di Trieste, consente di poter disegnare la mobilità interna a quell’area senza essere vincolati dagli ostacoli che la viabilità urbana al contrario contrappone.

Ritengo pertanto praticabile non soltanto l’ipotesi di realizzare una pista ciclabile interna all’area del Porto Vecchio, che colleghi Barcola e Trieste ma anche di intervenire per realizzare aree viarie compatibili con una moderna visione della mobilità che tuteli i futuri fruitori del progetto di recupero del vecchio scalo.

Il rispetto delle regole del codice della strada è fondamentale per la sicurezza di tutti gli utenti, in particolare per pedoni e ciclisti: Ritiene necessarie delle azioni per ristabilire l’importanza delle regole all’interno della mobilità cittadina? Quali? Con che priorità?

Indubbiamente sicurezza e rispetto delle principali norme del codice della strada sono un binomio inscindibile, a cui mi sento di aggiungere un terzo elemento che né il codice della strada né altre sanzioni sono in grado di inculcare a sufficienza: l’educazione.

Attualmente pedoni e ciclisti, oltre che dall’assenza di una politica di mobilità adeguata sono penalizzati dalla mancanza di regole civili di cui spesso gli automobilisti si rendono responsabili, Pertanto il problema tocca dapprima l’educazione civica alla sicurezza e al rispetto delle norme che devono partire da una seria campagna di sensibilizzazione da diffondere sul territorio comunale.

Altro elemento per la sicurezza dei pedoni è senza dubbio l’ampliamento di zone a traffico limitato o completamente pedonalizzate: da quest’ultimo punto di vista occorrerà procedere al completamento delle pedonalizzazioni già realizzate nel centro cittadino.

Sotto altro aspetto  l’azione dell’Amministrazione diventa fondamentale nella creazione di parcheggi che “agevolino” il rispetto delle norme e non spingano all’adozione di comportamenti scorretti, quali l’occupazione di aree di sosta riservate, che finiscono per creare situazioni di ingorgo nella circolazione stradale dannose sia per la scorrevolezza del traffico che per l’inquinamento atmosferico.

Il trasporto effettuato con l’ausilio di una combinazione di mezzi diversi assume una rilevanza centrale all’interno delle politiche volte a favorire la mobilità sostenibile urbana. Quali sono le sue proposte in tema di intermodalità per Trieste?

La riflessione su una visione integrata del trasporto cittadino, deve muovere da diverse considerazioni.

La prima di carattere generale che fa propendere decisamente per un sistema che sappia offrire anzitutto la possibilità dell’interscambio fra mezzi diversi, privilegiando ovviamente il ricorso al mezzo pubblico.

Per fare questo occorre mettere in campo una serie di azioni che rendano la scelta del mezzo pubblico, un’opzione praticabile che compensi ampiamente la rinuncia ai “comfort” del mezzo privato.

Le linee dell’Amministrazione dovranno quindi concentrarsi su azioni che da un lato si rivolgano a chi raggiunge Trieste dalle direttrici extraurbane, dall’altro a chi invece è residente.

Per i primi sarà prioritaria la creazione di ampie zone parcheggio poste al limite della rete viaria urbana che consentano lo scambio fra mezzo privato e mezzo pubblico.

In generale si dovrà operare un’incentivazione dell’offerta dei collegamenti che permetta il ricorso agli autobus senza penalizzare i tempi nei collegamenti nonché un’estensione oraria del servizio che favorisca l’utilizzo del mezzo pubblico anche in quelle fasce orarie – serali e notturne – che attualmente, per scarsa frequenze o addirittura assenza su alcune linee, non lo rende un mezzo completo in particolare nei fine settimana che anche in un’ottica preventiva rispetto agli incidenti stradali può risultare un ottimo strumento.

A ciò ovviamente va ad aggiungersi la necessità di incentivare – dove non previsto – o di consolidare nei casi in cui ciò già avvenga – il tram di Opicina – la possibilità di trasportare a bordo del mezzo pubblico la propria bicicletta e raggiungere così i percorsi cicloturistici della Provincia e in territorio sloveno.

In questo quadro non può non inserirsi una seria azione a tutela delle madri con carrozzina, che devono trovare agevolazioni di trasporto sui mezzi pubblici e ingressi riservati  – ad esempio dalle uscite – che le mettano nelle condizioni di maggior agibilità nella fruizione del mezzo pubblico.

Diversi Enti Locali in Italia hanno adottato con successo delle buone pratiche di mobilità sostenibile. Quale progetto di mobilità sostenibile intende proporre per Trieste?

E’necessario partire dal presupposto che nel centro urbano l’elemento su cui maggiormente si può lavorare è quello della velocità dei mezzi.

Credo che le esperienze su cui si possa sviluppare un ragionamento complessivo, che operi sia sui comportamenti degli utenti della strada, che al contempo valorizzi l’esigenza di sicurezza e sia in grado di tutelare l’ambiente, possa essere quello dell’introduzione delle zone 30.

Da un lato infatti ciò consente di pianificare l’eventuale creazione di percorsi ciclabili, dall’altro favorirebbe la creazione di zone dove concretizzare le condizioni per la nascita di isole ambientali in cui consentire la condivisione di spazi da parte della cittadinanza, oggi in parte o completamente  preclusi alla possibilità di un utilizzo da parte dei pedoni.

Infine rispetto agli impegni richiesti ai futuri amministratori da realizzare nei primi 100 giorni di mandato:

mi adopererò affinché la ciclabilità sia parte integrante del futuro piano del traffico;

sono favorevole alla realizzazione di un percorso cilcabile dalle Rive all’infopoint di San Giacomo;

non sono favorevole a consentire alle biciclette di circolare sulle corsie preferenziali dei bus;

sono favorevole affinché si realizzi una pista ciclabile che attraversi il Porto Vecchio;

sono favorevole alla realizzazione di parcheggi per biciclette;

mi adopererò affinché si possano caricare almeno 10 bici sul Delfino Verde;

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