Pubblichiamo qui l’interessante  lettera a firma di un nostro socio apparsa sul Piccolo qualche giorno fa:

Nei mesi scorsi sono comparse numerose segnalazioni di ciclisti le cui biciclette sono state sequestrate e multate di 78 euro per divieto di sosta. Si trattava di lettere garbate e preoccupate, in cui i ciclisti chiedevano al comandante della Polizia municipale di Trieste, Sergio Abbate, un parere, un consiglio, un suggerimento per parcheggiare le biciclette nel rispetto del codice della strada. Sono passati parecchi mesi, ma nessuna risposta del comandante Abbate, pronto ed efficace invece a ribattere a tono agli automobilisti che protestano. Forse il suo silenzio indica che non esiste la possibilità di parcheggiare le biciclette nel rispetto del Codice, perché il Comune ha riservato solo qualche decina di posti bici (a fronte di decine di migliaia di parcheggi per auto e scooter) e non ha intenzione di crearne di nuovi. Forse il suo silenzio sta a significare che aveva ragione quel vigile che, mentre pedalavo in via Coroneo, intasata da auto parcheggiate in doppia e tripla fila su entrambi i lati, tanto che l’autobus numero 17 procedeva dietro di me perché non aveva spazio per superarmi, invece di multare e far rimuovere i veicoli in divieto, mi ha gridato: “La se sposti, no la vedi che la intriga? La vadi a pedalar in Carso che xe aria più bona, che Trieste no xe fatta per girar in bici”.
Forse il silenzio del comandante Abbate sta ad avvalorare questa mentalità, cioè che sono le bici ad intralciare, non le migliaia di automobili in divieto di sosta.
Intanto prepariamoci a rileggere nei prossimi mesi, come ogni anno in inverno, i soliti titoli «Emergenza smog» e «Traffico in tilt», intervallati dai minacciosi quanto inutili «Tolleranza zero» del sindaco Dipiazza.
Alessio Vremec

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