Dall’Europa a Trieste… in questi giorni  si parla tanto di biciclette in città, sotto angolature a dir poco … contraddittorie. Proviamo a farvi un panorama a cominciare da Bruxelles dove si tiene in questi giorni la conferenza annuale di Velo-City, dal titolo “Re-cycling cities”.
Esponenti della Commissione EU per i trasporti, Ministri di stati europei e non solo, amministratori di tantissime città, anche alcune italiane ed una delegazione della FIAB discutono e confrontano buone pratiche su una visione di mobilità urbana di oggi ma specialmente di domani, incentrata sulla sostenibilità del sistema del trasporto. Da qui il titolo di “Ri-Ciclare le città” qual è il ruolo della ciclabilità nelle città del futuro e in che misura si inserisce in un sistema modale del trasporto urbano?
Fin qui l’Europa.

In Italia dal 22 aprile sono partiti gli incentivi per l’acquisto di mezzi ecologici e finalmente fra questi sono incluse le biciclette. Sembra, almeno in città, che grazie agli incentivi ci sia una gran richiesta di bici nei negozi. Finalmente, un gesto concreto per favorire la scelta dei consumatori verso un prodotto che aiuta l’ambiente e la salute. Lasciate l’auto a casa e pedalate!

Guarda caso proprio in questi stessi giorni su diverse testate nazionali (Repubblica, Corriere, Messaggero) si legge il titolo “La bicicletta il mezzo più pericoloso”, il Messaggero addittura sottotitola “la bici uccide più dell’auto”.
Questa lettura in chiave terroristica del problema della sicurezza stradale, dove per di più ad uccidere sarebbe la bici e non l’auto che l’ha investita, ci lascia molto perplessi. Quale sarebbe il messaggio allora? Non andate in bici (ma neanche a piedi) perché le città sono fatte per le auto?
Ci sembra una visione opposta a quella che si sta discutendo a Bruxelles. Ma anche semplicemente al buon senso.
Per favore non terrorizzatevi, e continuate a pedalare in città! Il problema sicurezza esiste e non è adeguatamente affrontato in Italia. Ma i dati dimostrano che all’aumento di ciclisti in città corrisponde una generale diminuizione degli incidenti se sono previste misure per la moderazione del traffico. L’introduzione di zone 30 in area urbana, vale molto più delle piste ciclabili.  Sono questi i veri fattori per la riduzione degli incidenti. Vi consigliamo per approndire la questione di  leggere la  risposta ed comunicato stampa del responsabile sicurezza della FIAB alle conclusioni maldestramente tirate e diffuse dall’ASAPS in base agli ultimi dati ISTAT.

Ed eccoci a Trieste:
Oggi parte la sperimentazione di due parcheggi di interscambio bici-auto. Noi ci auguriamo che la sperimentazione venga ben accolta e possa diventare una delle tante azioni necessarie a promuovere l’uso dell’intermodalità e della bici in città.  Ci sembra anche che l’incremento di possibilità di parcheggi interscambio all’ingresso del centro cittadino siano la vera soluzione al problema parcheggi, più salutare oltre che più economica per i cittadini.

Su questi temi abbiamo scritto una lettera al Il Piccolo che potete leggere qui .