La FIAB, la più forte realtà associativa di ciclisti italiani non sportivi (ciclisti urbani e cicloturisti) presente nel Friuli Venezia Giulia con associazioni a Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia, Monfalcone, Codroipo, Lignano e Muggia, sta chiedendo in questi giorni ai candidati al Parlamento nei collegi elettorali del Friuli Venezia Giulia di sottoscrivere un documento con una serie di impegni per promuovere la mobilità ciclistica .

Ad oggi già diversi candidati hanno sottoscritto il documento. L’elenco dei candidati “amici della bicicletta” verrà comunicato mercoledì’ 28 febbraio a Trieste.

Le richieste della FIAB ai candidati sono riassunte nel documento: “-20%: la dieta del traffico”. Per città più a misura di persona, e per rispettare l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Un programma d’azione per la prossima legislatura.

Quel venti per cento è il punto di arrivo: la rinuncia, una volta su cinque, all’auto in favore della bici, ma anche del mezzo pubblico, per avvicinare l’Italia a stili di mobilità più vicini agli standard europei. “Per arrivarci chiediamo una iniziativa forte del governo che uscirà dalle prossime elezioni entro i primi due anni dall’insediamento”, sottolinea Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab “e per questo abbiamo selezionato una rosa di azioni concrete da mettere nell’agenda dei lavori”.

In sintesi: istituzione del servizio nazionale per la mobilità ciclistica, “per una chiara governance delle politiche per la ciclabilità”; riforma del codice della strada, con i suoi punti chiave (30 all’ora come standard nelle città, controsenso ciclabile nelle strade a senso unico; semafori avanzati per le bici); incentivi per chi acquista bici, sia muscolari che a pedalata assistita, per negozi che attrezzano spazi pubblici per le biciclette, per imprese che promuovono il bike to work. “Infine – evidenzia la presidente Fiab – chiediamo di rivedere obsoleti standard urbanistici che obbligano a dedicare ampie superfici ai posti auto, e privilegiare invece servizi per bici, pedoni, trasporto pubblico”